Il presente articolo esplora come l’eco-arte possa contribuire in modo significativo alla conservazione marina integrando l’espressione estetica con il ripristino ecologico e il coinvolgimento della comunità. Concentrandosi su The House of Fish, un parco di sculture sottomarine al largo della costa toscana avviato dal pescatore Paolo Fanciulli, lo studio esamina come le sculture in marmo di Carrara fungano da barriere coralline artificiali, deterrenti alla pesca illegale con reti a strascico e catalizzatori per il turismo sostenibile attraverso pratiche come il pescaturismo. Il progetto si inserisce nella più ampia tradizione italiana dell’arte impegnata sul piano ambientale, attingendo alle influenze dell’Arte Povera e dell’estetica relazionale per considerare come gli interventi artistici possano sostenere la rigenerazione ecologica. In tal modo, l’articolo evidenzia la capacità dell’eco-arte di spostare le narrazioni ambientali dalla politica astratta all’esperienza tangibile e legata al luogo. Valuta inoltre come tali iniziative si allineino con i quadri politici nazionali e internazionali, tra cui la Strategia Nazionale per la Biodiversità italiana, la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina dell’UE e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. In definitiva, l’articolo sostiene che l’eco-arte è più che simbolica: offre un modello convincente per integrare la pratica culturale nella governance ambientale. Per promuovere l’eco-arte come pratica sostenuta dalle politiche, esso propone una serie di raccomandazioni da adottare a livello nazionale e internazionale.